La ludopatia miete vittime in tutto il Paese e anche nel Lodigiano si è diffusa in modo devastante. Un problema sociale (causa di debiti, divorzi, licenziamenti), economico (quanto speso in azzardo non è investito in altro) e anche legale, vista l’alto rischio che questo sistema permetta alle organizzazioni criminali di ripulire denaro.
I dati del Monopolio di Stato (goo.gl/LmT6RV), ottenuti dal senatore M5S Giovanni Endrizzi insieme al Movimento No Slot e diffusi in questi giorni dal deputato M5S Danilo Toninelli, sono drammatici: nel 2016 in provincia di Lodi sono stati spesi 370 milioni di euro nel gioco legale, 3.829 € a famiglia, pari a 319 € al mese, considerando tutte le famiglie lodigiane senza esclusioni.
A Casalpusterlengo si parla di 941 € all’anno a persona, considerando tutti, anche i neonati e chi non gioca, per un totale di ben 14,31 milioni di euro di giocate complessive nel 2016, in 101 apparecchi in città, con una media di 6,6 apparecchi ogni mille abitanti; dati che non ci rendono un Comune virtuoso.
Si tratta ovviamente di una questione da affrontare in primis a livello nazionale, ben sapendo quanto forti siano state le pressioni della lobby del gioco d’azzardo sugli ultimi governi: ulteriore prova ne sia il fatto che proprio in questi giorni nella legge di stabilità la maggioranza ha approvato in Commissione Finanze un emendamento dei deputati PD Sanga e Fragomeli che proroga di un anno la possibilità di rilasciare nulla osta per nuove slot-machine.
Ora il M5S chiede anche ai Comuni di fare subito la propria parte; anche in questo caso, a Casalpusterlengo ci siamo mossi in anticipo.
Il 6 Febbraio in Consiglio Comunale presentammo una Mozione avente per oggetto “Azioni di prevenzione primaria della ludopatia nel territorio di Casalpusterlengo”, per provare a sollecitare la Giunta ad occuparsi con decisione di questo diffuso fenomeno. Le misure proposte erano:
- Limitare gli orari di utilizzo delle slot machine ad un massimo di 8 ore al giorno.
- Accertare l’eventuale presenza di apparecchi di nuova installazione a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture socio-sanitarie, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, e nel caso stabilirne la rimozione come prevede la legge.
- Rafforzare l’azione della Polizia Locale nel far rispettare la normativa vigente.
- Sensibilizzare con strumenti opportuni gli esercenti e la cittadinanza intera.
- Creare una pagina sul sito del Comune dove segnalare gli esercizi commerciali ‘No Slot’.
- Firmare il “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” (goo.gl/6L9Qot) e il “Manifesto No Slot” (goo.gl/oxbDOZ).
In quella sede ci fu chiesto di ritirare la Mozione e affidarla alle Commissioni competenti per approfondimenti; pur se contrariati per questa decisione attendista, abbiamo accettato di partecipare ai “tavoli tecnici” di questi mesi, con l’obiettivo di contribuire attivamente a raggiungere risultati concreti.
Per questo abbiamo chiesto di agire su più livelli, considerando i diversi soggetti che sono già, o potrebbero diventare, vittime del gioco d’azzardo lecito.
- Il soggetto ludopatico, secondo i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), è a tutti gli effetti un malato che deve essere preso in carico dal Sistema Sanitario: deve sapere che può rivolgersi al suo medico e che è un suo diritto essere aiutato dai soggetti preposti, in forma gratuita. Il Comune e i Servizi Sociali possono svolgere un ruolo fondamentale per facilitare i Medici di Medicina Generale (MMG) nel costituire le Associazioni Funzionali Territoriali (AFT) previste dalla riforma sanitaria lombarda, fondamentali per la presa in carico di questi pazienti.
- Il soggetto che attualmente non gioca d’azzardo, per il quale le campagne di informazione possono essere importantissime, nelle scuole, nei luoghi di interesse, attraverso manifesti e coinvolgendo e sensibilizzando gli esercenti.
- Il soggetto che gioca regolarmente ma in modo moderato, per certi versi la categoria più sensibile perché a rischio ludopatia. Per loro pensiamo che la riduzione degli orari di gioco, unita alle altre forme di prevenzione già citate, possa essere fondamentale: le persone anziane o in pensione giocano spesso al mattino e raramente agli orari dei pasti, mentre i lavoratori giocano spesso prima di cena. Studiare e monitorare le fasce orarie di punta, inibendo la possibilità di giocarvi, rappresenta per noi un ottimo elemento di dissuasione, già adottato da molti comuni, e recentemente supportato dall’ANCI (goo.gl/mMnXox).
Le misure annunciate dalla maggioranza sono solo tre delle sei che chiedevamo già a Febbraio: a quasi un anno dalla nostra Mozione, chiediamo quindi un veloce cambio di passo. Crediamo che su questa piaga sociale l’Amministrazione debba fare molto di più e al più presto, per tutelare non solo singole persone, ma intere famiglie che vengono letteralmente distrutte da questa malattia. Le nostre proposte sono sul tavolo da diversi mesi, troppi.
In particolare, sollecitiamo la Giunta ad emettere un’ordinanza che limiti il funzionamento delle slot machine a solo 8 ore al giorno, come fatto con successo a Torino dalla Giunta Appendino, con un provvedimento recentemente giudicato legittimo dal Consiglio di Stato e dal Tar del Piemonte; chiediamo inoltre che venga dato pubblico risalto agli esercizi commerciali senza slot e che si valutino eventuali incentivi a quelli che decidono di toglierle.
Quel che è certo è che bisogna fare qualcosa, ora!